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L’importanza della formazione e del… formatore

Come abbiamo più volte sottolineato attraverso le nostre circolari e durante i nostri corsi in aula, la formazione è ormai diventata un punto cardine per la prevenzione degli infortuni e della malattie professionali, un lavoratore adeguatamente formato avrebbe (secondo il legislatore) molta meno probabilità di farsi male rispetto a chi formato non è, o chi è stato formato in maniera non adeguata.

Da più parti questo pensiero è ampiamente condiviso, ecco perché la formazione è considerata uno degli strumenti migliori per la sicurezza in azienda, ed ecco perché il soggetto formatore assume un ruolo sempre più definito ed importante, non a caso il Decreto Interministeriale del 6 marzo 2013 ha stabilito dei requisiti minimi per chi organizza e tiene tali corsi.

Purtroppo però ci dobbiamo scontrare con la realtà quotidiana, ovvero con la presenza di società che erogano corsi senza averne titoli oppure rilasciano attestati dietro compenso ma senza che avvenga la formazione prevista, o la presenza sul mercato di altrettante società o professionisti (se così li vogliamo chiamare) che erogano corsi a prezzi irrisori (60-80% in meno del costo medio di mercato) suscitando sospetti sull’effettiva qualità (se non la stessa erogazione) del corso, mentre società come la nostra continuano ad investire negli strumenti per la formazione (manuali, videocorsi, docenti professionisti, strumentazione, ecc.) o accreditandosi presso associazioni nazionali come AIFOS o enti bilaterali come E.B.P.M.I.

Queste segnalazioni ci sono pervenute direttamente da alcuni clienti che si sono trovati sulla porta sedicenti venditori di tali servizi, che tal volta si presentano anche come “società che effettuano verifiche prima che sopraggiunga l’ASL” col fine poi di trovare carenze nei documenti (anche inventate o pretestuose) e proporsi (anche a sostituzione del consulente) con i propri servizi.

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È ovvio che nella realta economica in cui ci troviamo non tutte le aziende rispondono di essere già seguiti da società o professionisti di fiducia, per molte la possibilità di risparmiare del denaro e del tempo (fornitura di attestati senza effettiva partecipazione al corso) diventa alettante, soprattutto quando il titolare vede ancora la formazione come una perdita di tempo e denaro.

Questo avviene sempre più di frequente anche in ragione del fatto che gli enti di controllo difficilmente verificano piccole realtà come uffici o esercizi commerciali (settori più battuti da questi venditori) diminuendo sensibilmente la possibilità di essere “pizzicati”, ma soprattutto a meno di una diretta denuncia di un lavoratore gli attestati venduti non hanno alcun motivo di essere contestati.

Potremmo dire che questo scorretto modo di operare sia tipicamente “italiano” ma, non avendo adeguati strumenti per combattere queste che sono vere e proprie truffe, sta alle aziende rifiutarsi di prestarsi a questo gioco poco pulito rimandando l’offerta al mittente, scegliendo non solo di restare nella legalità ma di continuare con una politica della sicurezza che sia effettivamente a vantaggio dell’azienda e a tutela dei lavoratori.